Un grande classico della letteratura del mistero, La mummia, un romantico racconto sullo stesso genere, due brevi escursioni nello spiritismo e nell’occultismo ed una “divertente” digressione su temi scientifici: è quanto presente nella raccolta “La mummia e altri racconti” di uno dei più importanti scrittori inglesi, Sir Arhur Conan Doyle.

Forse troppo schiacciato dalla celeberrima ed immortale sua creazione, molti ne ignorano la notevole produzione fantastica ed orrorifica che raggiunge il suo apice, a mio parere, ne “Il mastino dei Baskerville”, dal quale ho tratto notevoli ispirazioni per il mio “Il lupo di Cartellino”.

Ma anche il primo racconto di questa raccolta, letto la prima volta ormai quasi 40 anni fa, deve avermi colpito parecchio: c’è tanta scienza, molto mistero, qualche scena ad effetto tra cui spicca sicuramente la perfetta descrizione dello scheletrico mostro che insegue di notte il protagonista nel parco e, sorpresa, non ci sono vittime: ma è di gran lunga preferibile ai molteplici adattamenti che di questo racconto sono stati realizzati e che ne hanno tradito la parte sostanziale.

“Il guardiano del Louvre” ripercorre il tema dei misteri egizi, ma in chiave decisamente romantica: un nobile diviene vittima della sua stessa scoperta raggiungendo l’immortalità. Quando la sua amata passa a “miglior vita” in tenera età a causa di una malattia, capisce di essere un mostro impotente. La descrizione della tristezza di una siffatta condizione è di una efficacia impressionante e a questa, credo, devono essersi ispirati parecchio gli autori di Highlander – L’ultimo immortale: insomma, un altro grande successo semi sconosciuto di Sir Conan Doyle.

“L’unicorno” e “Il match” sconfinano nello spiritismo e dei due ho ritenuto più efficace ed attraente il secondo in cui un terribile pugile, dopo una morte violenta, ripropone la sua presenza nelle strade desolate di una città illuminata dalla luna piena per continuare a fare strage dei suoi avversari. Fino a quando un apparente innocuo animaletto non lo mette in fuga…

Ed infine “L’esecuzione” in cui l’ostinazione cieca e la tracotanza di una commissione di saccenti conferiscono, senza volerlo, l’immortalità ad un criminale incallito condannato alla pena capitale


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