Un libro di paesaggi, colori e sapori, in un paese della Ciociaria in cui la vita è ancora scandita dal ritmo delle stagioni. Ma anche un libro di contrapposizioni: la luce degli spazi in cui la natura è ancora protagonista e il buio di luoghi angusti dove si nasconde e autoalimenta paura, ozio e la malvagità umana. Le tenebre della superstizione popolare che offusca la ragione e la luce della razionalità che si ostina e resiste. Che non è un testo di metafisica ma un avvincente giallo ce lo dice però la figura di un maresciallo dei carabinieri che alle doti investigative aggiunge un gusto sottile e compiaciuto per i piccoli riti quotidiani: l’immancabile caffè, il bicchiere di vino e l’affettuoso e ironico scambio di battute che scandisce gli incontri con gli abitanti del paese e le lunghe attese proprie della vita di caserma. Ecco, forse la principale caratteristica e la più grande forza di questo maresciallo investigatore è proprio l’ironia. Un'ironia che dà al personaggio il lucido distacco proprio del detective e, al contempo, un caratteristico tratto di umanità. Un’ironia che non è affatto il contrario ma solo l’altra faccia della serietà e della perspicacia, e che si manifesta con un sorriso che il protagonista non perde mai, nemmeno nei momenti più difficili. Arduino del Banchetto sa ridere e sorridere. Sa scorgere e riconoscere, insieme a quello nascosto, anche il lato buffo delle cose. Ed è ciò che gli darà la forza per sopportare e sconfiggere l’imbecillità e la cattiveria umana


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