La sorgente sismogenetica Tocco da Casauria
La faglia attiva Tocco da Casauria
La struttura sismogenetica “Tocco da Casauria” è una sorgente sismica individuale ed è catalogata dall’INGV con la sigla ITIS094. La traccia della faglia attiva è riportata in figura
Traccia della faglia attiva “Tocco da Casauria”
La faglia ha una lunghezza di 12 km, una larghezza di 8 km, una profondità compresa tra 11 e 18,5 km ed una inclinazione rispetto al piano orizzontale di 70°, essendo una faglia di tipo diretto. Ha uno strike di 89° per cui è orientata ovest - est.
Il movimento è compreso tra 0.1 e 0.5 millimetri per anno ed in occasione di eventi sismici lo slittamento dovrebbe raggiungere i 45 centimetri
Aspetti sismici della faglia attiva Tocco da Casauria
La data dell’ultimo evento sismico è il 30 dicembre 1456, come una delle scosse principali che si verificarono in quel periodo in gran parte del centro – sud Italia. Non è nota la data del penultimo terremoto generato da questa faglia. La massima magnitudo generabile è stimata in 6.0
Il tempo di ritorno è stimato tra 900 a 4.500 anni.
Il terremoto del 5-30 dicembre 1456 è considerato il più grande evento distruttivo avvenuto nella penisola italiana e uno dei più forti di tutta la storia sismica dell'Italia. Il fatto che l’area in cui si verificarono danni fu molto grande fa pensare alla presenza di più scosse master e questo ha impedito l’identificazione di sorgenti sismogenetiche plausibili. L'area interessata dalla sequenza del dicembre 1456 si estende dall'Abruzzo centrale (a nord) alla Puglia (nell'Italia sud-orientale) e dall'Adriatico alle coste del Tirreno.
La complessità dell’area in cui sono stati registrati danni può essere il risultato della presenza di molteplici sorgenti (combinazione degli effetti su tre o più allineamenti est – ovest paralleli), con ipocentri collocati a profondità superiori ai 15 km, con ampia forte propagazione ed enfatizzazione del ruolo delle anomalie locali e una relazione dinamica con le grandi unità tettoniche dell'Appennino meridionale. Mentre l'attività distruttiva principale (M> 6.5) si dovrebbe essere verificata a profondità appenninica entro i primi 10/12 km, le sorgenti attivate nei sub-eventi del 1456 dovrebbero essere localizzate nella parte inferiore dello strato sismogenetico.
I ricercatori ritengono che la crisi sismica del 1456, caratterizzata da molteplici shock distruttivi in un'area eccezionalmente vasta entro un intervallo di 30-45 giorni, possa rappresentare un esempio di relazione complessa tra i grandi eventi che si verificano nella più profonda crosta adriatica.
Questioni aperte sulla faglia attiva Tocco da Casauria
Gli studiosi ed i ricercatori non hanno ancora chiarito i seguenti aspetti:
- Quanti sono gli shock principali che hanno costituito la sequenza del 1456?
- La cinematica obliqua destrorsa è l'unica plausibile per gli shock principali?
- Come hanno interagito gli shock principali a tali distanze?