Report IPCC 2023 – Parte 1: riscaldamento globale e sue cause
É stato diffuso il rapporto 2023 dell’IPCC sul cambiamento climatico, le sue cause i suoi impatti e le azioni da introdurre per mitigarne gli effetti. In una serie di articoli cercheremo di riassumere e sintetizzare la grande mole di dati ed informazioni in esso riportate.
Nella prima parte si relaziona circa l’entità del riscaldamento globale e sulle sue cause facendo riferimento, per l’ultimo anno di analisi, al 2019.
Variazione temperatura
Ormai è stato ampiamente provato che le attività umane, principalmente attraverso le emissioni di gas ad effetto serra, hanno causato il riscaldamento globale. La temperatura superficiale globale, nel decennio 2011-2020, ha fatto registrare un’anomalia di + 1,09°C (con un range compreso tra 0,95 e 1,20 °C) rispetto al periodo 1850-1900.
In particolare, gli aumenti si sono rivelati più consistenti sulla terraferma (+ 1,59°C, con un range compreso tra 1,34°C e1,83°C) rispetto alle superfici oceaniche (+0,88°C con un range compreso tra 0,68°C e 1,01°C).
Considerando i primi due decenni del 21° secolo (2001-2020) l’anomalia è risultata sostanzialmente confrontabile con quella registrata per l’ultimo decennio (+0,99°C); inoltre, la temperatura ha mostrato un aumento più importante dal 1970 ad oggi rispetto a tutti gli altri periodi di 50 anni degli ultimi 2000 anni.
Complessivamente, rispetto alla metà del XIX secolo la temperatura è aumentata per valori compresi tra 0,8°C e 1,3°C.
Figura 1 – Variazioni temperature 2011/2020 rispetto a 1850/1900
Emissioni di gas ad effetto serra
Dal 1750 si osservano aumenti nelle emissioni di gas ad effetto serra inequivocabilmente causati dalle attività umane: dal 1850 al 2019 le emissioni sono state pari a 2.400±240 GtCO2, di cui più della metà (58%) si sono verificate tra il 1850 e il 1989 e circa il 42% tra il 1990 e il 2019.
In altri termini, le emissioni annue dal 1850 al 1989 sono state pari a circa 8,2 GtCO2/anno mentre dal 1990 al 2019 sono quadruplicate salendo a 33,6 GtCO2/anno.
Figura 2 – Emissioni totali di gas ad effetto serra dal 1850 al 2020
Figura 3 – Emissioni annuali di gas ad effetto serra dal 1850 al 2020
Per il 2019, le emissioni di gas serra di origine antropica sono state stimate in 59±6,6 GtCO2-eq, circa il 12% (6,5 GtCO2-eq) in più rispetto al 2010 e il 54% (21 GtCO2-eq) in più rispetto al 1990: la quota maggiore deriva dall’uso di combustibili fossili e dai processi industriali.
Figura 4 – Variazione emissioni gas serra di origine antropica
Le emissioni medie annuali di gas a effetto serra nel periodo 2010-2019 sono state più elevate rispetto a qualsiasi decennio precedente, mentre il tasso di crescita tra il 2010 e il 2019 (1,3% anno) è stato inferiore a quello tra il 2000 e il 2009 (2,1% anno).
Circa il 79% delle emissioni globali di gas a effetto serra proviene dai settori dell'energia, dell'industria, dei trasporti e dell'edilizia e il 22% dall'agricoltura, dalla silvicoltura e da altri usi del suolo.
Figura 5 – Fonti emissive di
gas serra
La media globale pro-capite è pari a 6,9 tCO2-eq ma oltre un terzo della popolazione mondiale vive in paesi che emettono più di 9 tCO2-eq pro capite mentre oltre il 40% vive in paesi che emettono meno di 3 tCO2-eq pro capite; di questi ultimi una quota consistente non ha accesso ai moderni servizi energetici. I paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo hanno emissioni pro capite molto inferiori (1,7 tCO2-eq e 4,6 tCO2-eq, rispettivamente) rispetto alla media globale (6,9 tCO2-eq). Il 10% delle famiglie con le emissioni pro capite più elevate contribuisce per il 34-45% alle emissioni globali di gas serra basate sui consumi, mentre il 50% più povero contribuisce per il 13-15%.
Figura 6 – Contributo delle diverse aree del pianeta alle emissioni di gas climalteranti
Concentrazioni di gas serra
Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di CO2 (410 parti per milione) hanno raggiunto il valore massimo degli ultimi 2 milioni di anni e le concentrazioni di metano (1.866 parti per miliardo) e protossido di azoto (332 parti per miliardo) hanno stabilito il record degli ultimi 800.000 anni.