Acquistai questo libro nei lontanissimi anni ’90, in una bancarella presente nella tradizionale fiera di San Rocco: era una torrida estate ed io amavo leggere soprattutto nelle silenziose ore che seguivano il pranzo. Il titolo mi catturò subito e le aspettative non furono deluse.

Gustav Meyrink, pseudonimo del meno affascinante Meyer, a seguito di una delusione amorosa meditò di suicidarsi, ma si imbatté, casualmente, in un opuscolo che trattava di magie ed esoterismo, miti orientali che si perdevano nella notte dei tempi e la sua vita cambiò radicalmente. Iniziò a sondare i più nascosti anfratti della mente umana, della realtà e dei mondi paralleli e la sua produzione letteraria culminò in un autentico capolavoro, immancabile nella libreria degli appassionati del genere: “Il Golem”!

In questa raccolta mi hanno colpito soprattutto “La maschera di gesso”, “L’urna di S. Gingolph” e “Castroglobina”.

Nel primo, una narrazione fluida tiene incollato il lettore alla pagine e lo conduce, inconsapevole, fino all’orrore del finale dove, sono sicuro, anche a voi mancherà il respiro e sembrerà di morire tra inenarrabili spasmi. Spaventoso! Da leggere!

Nel secondo, i fantasmi della natura si uniscono al terrore per omicidi inenarrabili in un mondo che sembra senza tempo e ubicato in altre dimensioni.

Il terzo, infine, ha ben poco di agghiacciante ma è intriso di una satira ficcante che, considerato il periodo in cui fu scritto, deve aver creato non pochi problemi all’autore. Oggetto dello scherno sono le istituzioni militari, le organizzazioni eccessivamente fossilizzate su regolamenti ai più incomprensibili, soprattutto se estrosi come gli autori di brani mistici: ma il tutto è descritto con un tal estro, di cui solo Meyrink era capace, che credo troverà favore anche tra gli appartenenti all’oggetto del pacifico attacco della “Castroglobina


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