Abitiamo in una nazione fortemente sismica e vi sarà forse capitato di precipitarvi per strada dopo una scossa sismica: qui vi sarete sicuramente attardati in commenti e deduzioni, tra le quali non mancano mai quelle sulla natura del terremoto:

<<Chiaramente sussultorio!>> afferma Gianfranco.

<<No, ondulatorio!>> risponde Rosetta.

In realtà, non esiste alcuna distinzione tra terremoti sussultori ed ondulatori e, vi sembrerà strano, hanno ragione sia Gianfranco che Rosetta. La loro, infatti, è una affermazione soggettiva, e non oggettiva, ed ora vediamo come mai.

Le onde sismiche sono di tantissimi tipi (e anche da questo dipende il potere distruttivo dei terremoti), ma sicuramente le due principali sono le onde P (dal latino primae, in quanto più veloci) e le onde S (dal latino secundae, perché leggermente più lente delle primae).

Oltre a distinguersi per la velocità, le due principali famiglie di onde si differenziano anche per il tipo di oscillazione.

Le onde P oscillano in una direzione perpendicolare a quella di propagazione dell’onda, ovvero si comportano in maniera molto simile alle onde del mare e danno la sensazione di essere in presenza di un movimento sussultorio.

Le onde S, invece, producono oscillazioni che si sviluppano nello stesso verso della propagazione dell’onda, in modo simile a quello di una molla: danno pertanto la sensazione di un moto ondulatorio.

Ma tutto questo dipende anche dalla direzione di arrivo di un’onda: una P che arriva dal sottosuolo darà una sensazione ondulatoria invece che sussultoria ed un’onda S che arriva dalla superficie darà una sensazione ondulatoria invece che sussultoria.

Quindi, dipenderà tutto dal punto di osservazione (ecco perché affermavo che sia Gianfranco che Rosetta hanno ragione): non vi è alcuna distinzione scientifica tra terremoti sussultori ed ondulatori, ma la sensazione che si avrà sarà governata dall’onda che prevarrà nel mettere in movimento la nostra abitazione e dalla direzione con la quale ci avrà raggiunto.


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