Noi viviamo in un territorio che accanto ad incommensurabili bellezze ha molti problemi di natura ambientale, molti dei quali potrebbero però essere risolti con piccoli gesti quotidiani come usare meno l’auto, camminare di più ed utilizzare la bicicletta, sprecare meno elettricità, usare solo l’acqua strettamente necessaria, mantenere le nostre strade pulite. Tutti gesti piccoli, ma importanti.

Uno dei problemi maggiori dei Paesi come l’Italia, con pochi territori liberi e molte città, è sicuramente quello degli scarti e delle conseguenze di tutte le nostre attività: fumi, scarichi liquidi, rumore.

Su uno di questi aspetti il ruolo che può avere ognuno di noi è da protagonisti e come tutti i protagonisti la parte deve essere recitata alla perfezione: è il problema dei nostri rifiuti, tema sul quale non siamo più solo delle comparse, ma i primi attori. Se svolgeremo bene i nostri compiti il film alla fine sarà bellissimo.

Per troppo tempo nella nostra nazione non ci siamo impegnati abbastanza con i rifiuti: li abbiamo trattati male ed ancora oggi, nonostante i miglioramenti, c’è ancora molto da fare soprattutto riguardo alla correttezza dei comportamenti e delle scelte politiche sulla gestione dei rifiuti.

I rifiuti sono stati e sono ancora un grosso problema ambientale per i nostri territori: se smaltiti in modo non corretto causano inquinamento delle acque sotterranee, del terreno e dell’aria oltre a deturpare il paesaggio. Preferiamo vivere in una città con strade pulite e campagne sane o in città rifiuti dappertutto e terreni pieni di veleni? La risposta credo sia semplice e scontata: tutti vogliono un ambiente sano.

Ormai quasi ovunque, in Italia, si ha la possibilità di fare qualcosa di grande per noi e per l’ambiente: possiamo trasformare il grande problema dei rifiuti in una grande opportunità e tutto questo con un gesto semplice, come bere un bicchiere d’acqua: fare e farla bene la raccolta differenziata.

Per rendere chiaro quanto sia enorme il problema dei rifiuti faremo dei paragoni con entità a noi più familiari considerando un periodo di tempo piuttosto limitato, 15 anni. In questo periodo di tempo in Italia è stata prodotta una enorme quantità di rifiuti urbani, una quantità sulla quale forse pochi riflettono. Prendiamo come riferimento un campo di calcio: se avessimo ammassato tutti questi rifiuti su un terreno di gioco avremmo ottenuto una montagna alta come un palazzo di 21.000 piani, 62.000 metri!!! Un palazzo grande come un campo di calcio ed alto 62 chilometri con rifiuti di carta, cartone, resti di cibo, vetro, pannolini, pile, batterie, farmaci, apparecchi elettronici rotti. Una vera e propria bomba capace di fare malissimo!

Tutti questi rifiuti pesano come 78 milioni di elefanti e 260 milioni di automobili! Una quantità enorme.

Gran parte di tutti questi rifiuti negli ultimi quindici anni, soprattutto al centro ed al sud del Paese sono stati seppelliti in discariche sparse sul territorio. Una serie di enormi buche che sommate sarebbero pari ad una voragine grande come un campo di calcio e profonda 37 chilometri, stimando che almeno il 60% di tutti questi rifiuti hanno fatto questa tragica fine.

Così facendo in vaste aree italiane si è fatto un po’ come lo struzzo che invece di affrontare il problema mette la testa sotto la sabbia oppure come il furbo pigrone che decide di ripulire casa e nasconde la polvere sotto i tappeti: prima o poi quelle sporcizie torneranno in casa più pericolose e più fastidiose di prima e noi avremo sprecato tempo ed energie per nasconderle

Stimando che negli ultimi quindici anni almeno il 60% di tutti questi rifiuti sono stati sepolti nelle discariche abbiamo:

  • Causato un inquinamento delle acque sotterranee: l’acqua piovana penetrando nella enorme massa di rifiuti sepolti scioglie tutte le sostanze e proseguendo il suo cammino nel sottosuolo arriverà prima o poi a contaminare l’acqua dei nostri fiumi e addirittura quella che beviamo;
  • Causato un inquinamento del terreno: terreno sul quale coltiviamo i nostri ortaggi ed i nostri alberi da frutto
  • Causato un inquinamento dell’aria: tutti questi rifiuti ammassati emanano cattivi odori e liberano una miriade di particelle che finiscono nei nostri polmoni

Se continuassimo a comportarci così il nostro palazzo di rifiuti aumenterebbe la sua altezza di circa 1.500 metri l’anno e quindi bisognerebbe scavare altre buche, andare ad inquinare altre falde, altri terreni, altra aria, altri ortaggi, altra frutta, altri fiumi.

Oltre ad inquinare, inoltre, nella discarica butteremmo tutte le ricchezze che sono nascoste nei nostri rifiuti: perché nessuno si sognerebbe di gettare in discarica banconote da 500 euro o gioielli o bracciali d’oro zecchino ed invece noi buttiamo i nostri tesori nascosti senza forse neanche accorgercene?

Ma la discarica purtroppo non causa danni solo nei luoghi dove viene costruita. Una volta realizzata l’enorme buca e posto sul fondo un telo impermeabile per cerca di non inquinare il terreno (ma purtroppo questi teli con il tempo tendono a rompersi) si cominciano ad ammassare i rifiuti al suo interno. Alla fine, ogni giorno per evitare che il vento porti via i materiali più leggeri (plastica e carta) e che gli animali vadano a pasteggiare con i resti di cibo (uccelli, ratti) i rifiuti vengono ricoperti con uno strato di terra: i rifiuti vengono così sepolti.

Ma tra i rifiuti ci sono anche abbondanti resti di cibo che, se privati dell’ossigeno dell’aria (coprire con la terra impedisce all’ossigeno di raggiungere i rifiuti) si decompongono formando il gas metano. Questo gas è veramente una sostanza a due facce: se bruciato, come facciamo nelle nostre case, ci dà energia tutto sommato pulita. Ma se si libera nell’atmosfera può diventare molto pericoloso. Il gas metano, formandosi nei rifiuti sepolti, forma delle sacche che si ingrandiscono sempre di più fino a poter fuoriuscire. Il gas metano così liberato è molto dannoso perché rientra in quelli che comunemente vengono definiti gas serra: sono quei gas che sono responsabili dell’aumento della temperatura della Terra, delle inondazioni, dello scioglimento dei ghiacciai, dell’avanzare dei deserti.

L’ammasso di rifiuti, quindi, non solo ha fatto danno nel posto dove è situato, ma contribuisce anche a danneggiare il clima.

A questo punto si dovrebbe aver chiaro quanto sia importante fare bene la raccolta differenziata: occorre smontare l’ammasso di rifiuti, pezzo dopo pezzo, togliendo tutto ciò che possiamo riciclare.

La cosa più facile da togliere sono sicuramente i resti del cibo, che vanno raccolti in sacchetti che non siano di plastica e che non vanno contaminati da vetro, pile, farmaci ed altri materiali pericolosi. Perché? Una volta raccolti in maniera differenziata in resti del cibo vengono portati in speciali impianti chiamati “di compostaggio” o di “digestione anaerobica” che servono per produrre dell’ottimo concime e per produrre metano che a differenza di quello estratto dal sottosuolo non contribuisce al riscaldamento globale perché contiene carbonio sottratto all’ambiente solo qualche mese prima e non milioni di anni fa. Negli impianti di compostaggio i resti delle nostre cucine vengono disposti su grandi aree e continuamente rimescolati per far sì che siano sempre a contatto con l’aria e quindi con l’ossigeno; negli impianti di digestione anaerobica vengono invece lasciati fermentare in assenza di ossigeno per produrre metano che viene immagazzinato. In tal modo i rifiuti organici perdono l’acqua, si arricchiscono di azoto, fondamentale per la vita di tutte le piante. E non è necessario neanche troppo tempo!

Con la raccolta differenziata dell’organico quindi non solo togliamo una buona fetta di rifiuti dalla discarica, ma produciamo anche un ottimo fertilizzante ed un combustibile non climalterante.

Un altro bene da sottrarre assolutamente alla discarica è la carta. La usiamo più volte tutti i giorni e gettarla in discarica è veramente un peccato. La carta si ricicla benissimo e riciclarla significa fare del gran bene all’ambiente. Per produrre una tonnellata di carta vergine servono 15 alberi (pari ad un boschetto grande come una casa) e 440.000 litri di acqua (pari ad un lago grande come un campo di calcio e profondo 10 centimetri). Per produrre una tonnellata di carta riciclata, invece, non serve alcun albero e solo 1.800 litri di acqua (pari sempre ad un lago grande come un campo di calcio ma profondo solo mezzo centimetro).

In tutti i rifiuti smaltiti in discarica negli ultimi 15 anni c’erano circa 70 milioni di tonnellate di carta, pari al peso di 16 milioni di elefanti: se l’avessimo riciclata avremmo potuto salvare un bosco grande come 4.000 comuni e risparmiare tanta acqua quanto quella contenuta in un lago grande come un campo di calcio e profondo 6 milioni di metri! Non male come contributo per un ambiente migliore

Un altro bene da non sprecare è il vetro: si ricicla benissimo ed all’infinito. Come per la carta, produrre vetro da materie vergini è molto più inquinante che produrlo da vetro riciclato. Per produrre una tonnellata di vetro vergine infatti servono 230 chilogrammi di minerali da estrarre in apposite cave e 136 litri di petrolio in più di quanto necessario per fondere il vetro riciclato. In tutti i rifiuti ammassati in discarica negli ultimi 15 anni erano presenti circa 18 milioni di tonnellate di vetro: se lo avessimo riciclato avremmo evitato di aprire una cava grande come un campo di calcio e profonda 600 metri ed avremmo evitato di bruciare 2 miliardi e 600 milioni di litri di petrolio (pari a 1 miliardo di litri di benzina, quella necessaria per un viaggio di 14 miliardi di chilometri che è 20.000 volte la distanza tra la Terra e la Luna).

Il vetro dei bicchieri in cristallo, degli specchi e delle lampadine, a differenza di quello delle bottiglie e dei barattoli, contiene molto piombo: il piombo aiuta questi materiali ad essere brillanti ed il contenuto di piombo, in questi prodotti, non dà alcun problema. Nelle bottiglie, invece, che devono contenere a volte anche per molti anni i vari liquidi (vino, birra, acqua) il piombo, se fosse presente, potrebbe passare nelle sostanze alimentari. Se mettessimo un bicchiere di cristallo nella raccolta differenziata del vetro, una volta rotto, non sarebbe più distinguibile dal vetro delle bottiglie e finirebbe per contaminare il processo di riciclaggio.

Le tazzine del caffè, le pirofile e tutte le porcellane, invece, fondono a temperature molto più alte del vetro e pertanto impedirebbero di avere una pasta di fusione omogenea, fondamentale per poter produrre nuove bottiglie: anche una sola tazzina può rovinare la raccolta differenziata di un intero paesino.

Le plastiche sono le materie più difficili da riciclare, hanno bisogno di molte cure perché sono di moltissimi tipi, diversi gli uni dagli altri: c’è la plastica delle bottiglie dell’acqua, dei flaconi di detersivi, delle vaschette della carne, dei sacchetti per il frigorifero. Per poter essere riciclate, le plastiche devono essere separate in impianti molto complessi dove con lettori ottici si separano le varie plastiche tra di loro. E’ molto importante riciclare le plastiche perché per produrle dai materiali vergini, petrolio, c’è bisogno di molta energia e vengono emessi fumi decisamente più nocivi rispetto a quelli degli impianti di riciclaggio.