Per quanto illustrato nella premessa alla Prima legge fondamentale e limitandoci ad analizzare la sola fase di gestione dei rifiuti – ovvero il momento in cui un bene ha cessato di svolgere la propria funzione e deve essere trattato per essere recuperato e reimmesso nel ciclo produttivo – è intuitivo comprendere come, in un regime circolare, non sono ammissibili sprechi.

Per questo motivo, le normative impongono che il riciclaggio, ossia l’utilizzo dei rifiuti per produrre nuove materie prime, dovrà essere pari ad almeno il 65% del totale dei rifiuti prodotti.

Se ne dedurrebbe, da una semplice operazione aritmetica, che il restante 35% dovrebbe essere utilizzato per produrre energia tramite combustione o in inceneritori dedicati ai rifiuti o in impianti realizzati per produrre energia, come le centrali elettriche, o in processi di produzione di beni in cui viene richiesta una fonte energetica, come i cementifici.

In questa situazione, ci troveremmo in un perfetto sistema di economia circolare: la gran parte dei rifiuti sarebbe trattata per ottenere materiali che sostituirebbero materie vergini, che quindi non dovrebbero più essere estratte dagli ambienti naturali e una parte sarebbe utilizzata come fonte energetica in luogo di combustibili fossili.

Nella realtà, come già evidenziato, le normative dell’economia circolare tollerano ancora una quota considerevole, pari al 10%, di smaltimento in discarica: questa forma di gestione, però, sottraendo rifiuti al processo circolare, che verranno sotterrati, mal si accorda con il principio secondo il quale nessuna quota di materiale debba essere sottratta al ciclo produttivo.

Vi è da rilevare che, stante la situazione di una non trascurabile parte dell’Unione Europea in cui ancora oggi la maggioranza dei rifiuti finiscono in discarica, non sarebbe stato possibile prevedere, da subito, di eliminare questa forma di smaltimento che però, con il passare degli anni, sarà sempre più relegata ad un ruolo marginale fino a dover scomparire del tutto.

Nei fatti, la politica ha dovuto contemperare le esigenze di protezione dell’ambiente con la situazione attuale registrata nell’Unione.

Possiamo pertanto enunciare la Terza legge fondamentale dell’economia circolare:

 “In un sistema perfettamente circolare non è ammissibile lo smaltimento in discarica”

Da questa terza legge discende il seguente corollario:

Corollario alla terza legge fondamentale:

“Le direttive europee sull’economia circolare sono frutto di un compromesso al ribasso”

Anche la terza legge può essere rappresentata in un diagramma di tipo cartesiano dove in ascissa riportiamo il riciclaggio (che cresce a destra del punto O) e in ordinate lo smaltimento in discarica (che cresce al di sotto del punto O).

Nel quadrante in alto a destra avremo quei territori in cui si attua pienamente l’economia circolare (alto riciclaggio e bassa discarica) ed in quello in alto a sinistra un’attuazione parziale per mancanza di adeguate percentuali di riciclaggio. Nel quadrante in basso a destra i territori con una parziale attuazione dell’economia circolare in cui, ad alte quote di riciclaggio si somma un elevato ricorso alla discarica, indizio di mancanza di impianti di recupero energetico; nel quadrante in basso a sinistra le situazioni di mancata attuazione dell’economia circolare, mancando il riciclaggio ed essendo ampiamente diffuso lo smaltimento in discarica.

Rappresentazione cartesiana della terza legge fondamentale dell’economia circolare

Rappresentazione cartesiana della terza legge fondamentale dell'economia circolare

Nella figura seguente, infine, sono riportati gli Stati europei ed alcune regioni italiane: confrontandola con la figura precedente ognuno potrà trarre le conclusioni del caso.

L’Italia cade nel quadrante rosso, ovvero quello più lontano dagli obiettivi circolari (riciclaggio inferiore al 65% e discarica superiore al 10%); ma si noterà che è in buona e folta compagnia.

Nel riquadro verde rientrano la Germania e la Lombardia (con prossimo probabile ingresso anche dell’Emilia – Romagna): grazie al riciclaggio ed agli inceneritori, queste aree sono già nella nuova era.

Nel riquadro giallo vi sono tre regioni italiane: Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige. Qui le alte percentuali di riciclaggio non sono ancora accompagnate da basse percentuali di smaltimento in discarica per l’insufficienza di impianti di recupero energetico.

Infine, nel riquadro arancio ricadono gli Stati europei più virtuosi, dopo la Germania e, come detto, l’Emilia Romagna: in queste aree un ulteriore sforzo per aumentare il riciclaggio consentirà il passaggio nel quadrante in alto a destra.

I territori europei e la terza legge fondamentale

I territori europei e la terza legge fondamentale dell'economia circolare