La sorgente sismogenetica San Giuliano di Puglia
La faglia attiva San Giuliano di Puglia
La struttura sismogenetica “San Giuliano di Puglia” è una sorgente sismica individuale ed è catalogata dall’INGV con la sigla ITIS052. La traccia della faglia attiva è riportata in figura
Traccia della faglia attiva “San Giuliano di Puglia”
La faglia ha una lunghezza di 10,5 km, una larghezza di 8 km, una profondità compresa tra 12 e 19,9 km ed una inclinazione rispetto al piano orizzontale di 82°, con un assetto pertanto sub-verticale. Ha uno strike di 267° per cui è orientata all’incirca ovest - est.
Il movimento è compreso tra 0.1 e 0.5 millimetri per anno ed in occasione dell’ultimo evento sismico lo slittamento ha raggiunto i 20 centimetri
Aspetti sismici della faglia attiva San Giuliano di Puglia
La data dell’ultimo evento sismico è il 31 ottobre 2002. Non è nota la data del penultimo terremoto generato da questa faglia. La massima magnitudo generabile è stimata in 5.8
Il tempo di ritorno è stimato tra 400 a 2.000 anni.
Il 31 ottobre 2002, in Molise, si è verificato un terremoto con Mw 5.8; il giorno successivo, un terremoto con Mw 5.7 verrà registrato a 8 chilometri più a ovest. I due eventi sismici sono simili, in termini di profondità ipocentrale, meccanismi focali, cinematica della sorgente, e i loro schemi di scivolamento sono quasi contigui. La sismicità italiana è spesso caratterizzata da sequenze multishock, con almeno due terremoti di entità simile, e proprietà molto simili, come osservato per esempio nei terremoti dell'Irpinia del 1980, del Friuli del 1976 e di Potenza del 1990.
I due ipocentri si trovano a profondità medio-crostali (circa 16-20 km) e l’analisi delle scosse mostra un meccanismo di fagliatura sub-verticale destrorso.
Gli eventi sismici del 2002 furono per la maggior parte inaspettati da parte di sismologi e geologi. Infatti, la sequenza sismica evidenzia l'esistenza di faglie attive in un'area in cui non sono erano stati registrati eventi storici o strumentali o in cui erano state identificate strutture sismogenetiche. L'area della sequenza del 2002 si trova a circa 50 km a est della fascia appenninica estensionale, e a circa 50 km a ovest della faglia di Mattinata, un'importante struttura crostale con una lunga storia tettonica.
I terremoti del 2002 possono aiutare a comprendere i meccanismi di diversi terremoti storici di grandi dimensioni registrati tra la cresta degli Appennini e la costa adriatica
Questioni aperte sulla faglia attiva San Giuliano di Puglia
Gli studiosi ed i ricercatori non hanno ancora chiarito i seguenti aspetti:
Quale è il periodo di ritorno di questa sorgente sismogenetica?
La struttura che comprende le faglie dei terremoti del 2002 e quella di Mattinata è interamente sismogenetica?
La massimo magnitudo attesa è pari a 5,8 o superiore?